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giovedì 1 febbraio 2024

CABARET guida all'ascolto della COLONNA SONORA. (Cinema d'Ascolto")

CINEMA D'ASCOLTO E Film alla Radio
IL VIDEO DELLA PUNTATA RADIOFONICA

@mariangelaungarocomposer
#soundtracks #cabaret #lizaminnelli
https://youtu.be/RENyMXji_eI

sabato 27 gennaio 2024

LA MUSICA DEL TRIELLO. Da "Cinema d'ascolto".


Il triello è stato definito un momento cult della Storia del Cinema mondiale.
La Musica che accompagna questo momento altissimo di arte scenica, fotografia, prova d'attore, è di Ennio Morricone. La Musica si sostituisce alle parole e ad ogni stato d'animo provato dai tre coprotagonisti nella lunga sequenza, ferma e intensa, che prelude alla sparatoria finale.

Tutto inizia con un flauto che si muove timidamente enunciando una melodia semplice, lenta, prima su un intervallo di seconda maggiore poi si ferma su una terza minore, cui segue un tappeto d'archi nel registro medio-grave con un andamento oscillatorio che copre una terza minore, drammatica quanto basta, più asciutta e forse rassegnata rispetto a sua cugina, la sesta minore.
Insieme al tappeto d'archi possiamo sentire il gracchiare maligno di alcuni corvi e il rumore degli speroni sulla sterrata.

Sincronizzato sulla pietra nelle mani del Cattivo, ascoltiamo il signal di chitarra, rapida che copre tutta l'armonia minore con un gesto rapido e violento nel forte, della durata di sedicesimi. La chitarra nella seconda esposizione sembrerebbe volutamente scordata.

Il signal di chitarra si sviluppa in una serie di interventi in progressione armonica ascendente, nelle modalità maggiori e minori, senza soluzione di continuità Utilizza sempre gli stessi intervalli, creando una sorta di traslazione armonica dello stesso gesto melodico in campi armonici differenti.

Ogni cambio armonico, che coincide con un itinerario sonoro di 4 battute, è sincronizzato con lo sguardo di un personaggio diverso, diventando una specie di valzer iconografico sul tipico ritmo in tre.

Arriviamo al climax, lanciato da un accordo drammatico e interrogativo di settima di dominante che fa esplodere la tomba solista, che urla tutta la sua pena, la sua angoscia, con una melodia forte su accompagnamento d'archi, mentre godiamo della fotografia degli spazi aperti e immensi tutt'attorno ai tre protagonisti che quasi ci appaiono insignificanti, e che ora sono posizionati equidistanti in una specie di arena improvvisata di polvere.

Per conferire un colore metallico attraverso il suono, e dare particolare tensione alla scena, Morricone aggiunge nacchere, piatto sospeso, campane, un drammatico carillon, protagonista di una melodia che simboleggerà la dolce vendetta di un padre per sua figlia nel film "Per qualche dollaro in più" e il verso sinistro di un corvo. Si aggiungonop anche rumori registrati e campionati di spari, percusssioni, timpani che rullano nel registro acuto, ancora più sinistri.

Risentiamo il climax sulle immagini delle armi e le riprese degli sguardi incattiviti, attentissimi ad ogni movimento, fosse anche solo di sopracciglio, degli altri due...

A chiudere la scena, la cosiddetta "coda": un momento musicale solenne, ritmato a morte, con adrenalina e sudore simboleggiati dalle baldanzose terzine nel levare, a incastonare un tema severo, con coro misto, come a sancire la giustizia che sarà presto fatta, neanche fosse la voce di Dio.

Mariangela Ungaro,
Cinema d'ascolto


venerdì 15 settembre 2023

NEVERENDING STORY - CINEMA D'ASCOLTO - FILM ALLA RADIO


La compositrice e pianista Mariangela Ungaro, saggista di CINEMA D'ASCOLTO, ha collaborato con FILM ALLA RADIO, un podcast di Marco Pieroni, raccontando i film attraverso la loro colonna sonora. E' il caso del film LA STORIA INFINITA di cui ha rifatto la canzone dei titoli di coda, "Neverending story" brano di Limahl. LA STORIA INFINITA “La storia infinita” (Die unendliche Geschichte) è un film del 1984 diretto da Wolfgang Petersen. Una produzione internazionale tra Germania Ovest, USA e UK. Ispirato al romanzo omonimo di Michael Ende, è interpretato da Noah Hathaway, Barret Oliver e Tami Stronach nella sua prima apparizione cinematografica. Il suo budget di 25 milioni di dollari ne fece il più costoso film di produzione tedesca. Il film ha avuto due seguiti, che personalmente non ritengo all’altezza del primo film, in nessun senso. Un film assolutamente unico, asciutto, pieno di simbologie. Posso asserire con certezza che tutta la generazione di bambini nati negli anni Settanta ne è rimasta piacevolmente segnata. Un film convincente anche per la recitazione di attori giovanissimi come i tre protagonisti, che non hanno avuto però la fortuna successiva che avrebbero più che meritato anche da adulti. Le musiche sono di Giorgio Moroder, classe 1940, produttore discografico, compositore e Dj italiano, celebre per la sua musica elettronica, la disco music e l’uso di sintetizzatori. Lavorò per moltissimi celebri film degli anni Ottanta, quali, ad esempio, Flashdance, Top Gun, American Gigolò. Proprio lo stesso anno del film la Storia Infinita, lavorò alla riedizione del film “Metropolis” di Lang, introducendo una nuova e moderna colonna sonora rock. La versione innescò una querelle tra cinefili, con aperte critiche e apprezzamenti: io ho apprezzato e vi rimando alla lettura del saggio dedicato al film di Lang e al confronto tra le due colonne sonore. Moroder scrisse le musiche della storia infinita insieme al sassofonista e compositore tedesco Klaus Doldinger, classe 1936. La musica è tematica, come ci aspetteremmo in un film fantasy. Ho rintracciato i seguenti temi musicali, non tanto legati a questo o quel personaggio, ma a un concetto astratto: ● Tema del destino misterioso: due terze maggiori avvicinate da un intervallo di semitono, seguite da due terze minori, avvicinate nello stesso modo. ● Tema delle quinte: orchestrale, solenne, su quinte discendenti (le quinte sono distanti un tono) separate da lanci d’arpa veloci. ● Tema del volo o dell’avventura: archi tematici, corno di sostegno, che dà quella sensazione di grande spazio aperto, ritmo sostenuto. Il tema è preceduto da archi in accordi 9-8 (con ritardo della fondamentale), ravvicinati velocemente, per dare idea di so- spensione in aria (la stessa tecnica usata per il volo di E.T.). ● Tema dell’Imperatrice: solenne, costruito su quarte ascendenti avvicinate da un tono. ● Signal di Gmork: un segnale sonoro cupo e lacerante che de- scrive il servo del potere, un felino nero gigantesco dai penetranti occhi verdi, con artigli e fauci spaventosi, un essere crudele tra lupo e pantera: archi “isterici”, accordo breve, forte, dissonante, sincro- nizzato col ruggito inquietante della belva. ● Tema della Tristezza: tema di archi tematici su tappeto di archi e sinth, con punteggiatura di organo, solenne ma molto drammatico, basato su laceranti intervalli ascendenti di sesta, come a domandare “Perché?” Ogni tema è orchestrale ma non disdegna l’uso di campioni che ne rendono il sound abbastanza simile ai brani di Vangelis. La composizione sottesa utilizza in maniera molto interessante campi armonici mai scontati e cangianti in itinere. Vi è molta coerenza compositiva tra un brano e l’altro, come si addice ai grandi maestri compositori. ...continua su CINEMA D'ASCOLTO e su RADIO CORTONA FILM ALLA RADIO. https://mariangelaungaro.wixsite.com/stardust-art-studios/cinemadascolto https://www.boomplay.com/podcasts/28764 PER ACQUISTARE L'OPERA OMNIA SUL CINEMA MONDIALE: https://www.mondadoristore.it/Cinema-d-ascolto-Mariangela-Ungaro/eai979128078682/

mercoledì 27 luglio 2022

MUSEO DEL CINEMA DI TORINO - Cinema d'ascolto -


VISITA AL MUSEO DEL CINEMA DI TORINO
Sono commossa ed emozionata per essere qui, un'altra tappa importante per CINEMA D'ASCOLTO, VOLUMI 1 e 2.


Nel film "La leggenda del pianista sull'oceano" si dice che non si è finiti finché si ha una buona storia da raccontare: beh, i "gemelli" raccontano la storia dell'umanità attraverso il cinema, attraverso la musica, che qui è dimostrato perché sia considerato il linguaggio universale per eccellenza.
I gemelli vi prenderanno per mano e vi porteranno in ogni angolo del mondo, dove si sono incontrati i destini di interi popoli.
Come nel film "Cloud Atlas": da grembo a tomba, da tomba a grembo siamo tutti connessi.
Migliaia di pellicole, dalle origini della settima arte ai giorni nostri, provenienti da tutto il mondo, intonano un canto di pace.
La lista dei ringraziamenti è lunga, dai miei maestri al Conservatorio agli accademici ai registi per cui ho lavorato, al mio assistente, al mio editore, alla mia famiglia, e tutte le persone che in ogni dove nel mondo mi hanno consigliato di vedere e di sentire e mi hanno sostenuta con immenso affetto.


Il libro è ovunque, in qualsiasi libreria fisica e sul web.


Devo molto a cinema d'ascolto.
Come diceva Jodorowski in Poesia sin fin
Ho imparato ad amare
Ho imparato a creare
Ho imparato a vivere
Ogni cammino è il mio cammino.
Aprendo il mio cuore ascolto il pianto del mondo.


SITO COMPLETO:

giovedì 21 luglio 2022

CINEMA D'ASCOLTO A CANNES #cannesfilmfestival2022

la musica è un linguaggio universale. CINEMA D'ASCOLTO. I parte





















Info sul progetto editoriale, presentazioni e interviste

Cinema d'ascolto è un viaggio intorno al mondo attraverso le sonorità del cinema a livello planetario, dalle origini della settima arte ai giorni nostri; mostra quanto sia una sola l'Umanità, perché la musica sia definita un linguaggio universale e che la pace, tra i popoli che comprendono la loro solo apparente diversità, è davvero possibile. La storia di una promessa mantenuta.

40 di lavoro, di ricerche, studi, passione e umiltà per giungere ad un messaggio importante, un'espansione di coscienza che ha come fine e punto fuga l'ASCOLTO.

Cinema d'ascolto è il mio progetto più longevo.

Desideravo scrivere un libro, dire a tutti, dopo anni di studi e ricerche, perché la musica è definita il linguaggio universale.

Per capire davvero le ragioni più nascoste della Musica, ho scelto ciò che aveva, seppure in poco tempo, dato voce a tutte le masse del mondo, aveva messo in scena storie piccole e grandi, la Storia stessa, diventando, come già tutte le altre arti, di cui è la settima, metafora della vita del singolo e dell'umanità: il cinema. Proprio per divulgare alle masse i suoi messaggi, il cinema ha intelligentemente utilizzato il linguaggio universale per eccellenza: la musica. Ma perché la musica è un linguaggio universale? Perché tutti gli esseri umani, (e anche animali e vegetali) senza distinzione di sesso, etnia, credo, cultura, contesto storico e territoriale, e senza aver mai studiato seriamente la musica, riconoscono gli stati d'animo e i messaggi che essa ci invia?

In che modo comunica la musica? Come fa ad essere così chiara?

Troverete tutte le risposte.

Ho solo fatto un tentativo per migliorare la qualità della vita delle persone. Perché quando si impara ad ascoltare e a vedere, (viviamo nell'era dell'audio-visivo) si comprende davvero la vita, e quando si interiorizzano valori come amore, perdono e rispetto autentico, la vita cambia. Migliora. Poco importa che l'abbia scritto io: non volevo celare la verità.







SINOSSI

Il presente lavoro si pone come indagine accurata sui linguaggi cinematografico e musicale, intrecciati indissolubilmente alla storia e alla cultura popolare. L’originalità dell’opera è innanzitutto il suo raggio d’azione mondiale, mentre i saggi esistenti si limitano a indagini più monografiche, spesso per genere cinematografico (il film musicale, il cinema muto, il cinema 3D) oppure per autore (il cinema di D. Argento, di F. Fellini e così via) o semplicemente per epoca storica. Cinema d’Ascolto collega tutto il mondo e la sua storia, la sua cultura, e arriva a fare grandi riflessioni a livello socio-psicologico e interculturale, proprio perché ha una visione olistica di tutto il comportamento dei popoli del mondo in un definito periodo storico. Il testo, suddiviso in tre volumi, fornisce anche spunti di riflessione sulla cultura dei popoli, di cui il cinema e la musica sono lo specchio esatto e più intimo, atavico, autentico, intrecciato e veritiero. In un momento di grave crisi culturale come quello attuale, conoscere il linguaggio audiovisivo che è parte integrante della vita di ciascuno, in modo sempre più olistico e pregnante, e che lega il mondo intero nella sua rinnovata versione globale e tecnologica, è fondamentale per leggere in modo critico e consapevole i messaggi che la società ci fornisce e che, senza le giuste coordinate, rischieremmo di assimilare acriticamente.

Il cinema ha avuto un ruolo sostanziale nella storia dell'umanità, divulgando alle masse messaggi, cultura, informazioni, valori, bisogni, stili di vita, provocazioni, critiche alla stessa società e inventando nuovi modi per comunicare. La musica, il linguaggio universale per eccellenza, si è strettamente legata al cinema, asservendolo da un lato, ma anche amplificandone i significati, mantenendo le sue caratteristiche linguistiche ed epistemologiche, e andando al di là della stessa immagine che andava a connotare. La musica si è rinnovata nella sostanza e ha ricreato se stessa seguendo modalità molto precise a seconda dei generi cinematografici che andava a musicare, quando non addirittura creando un sound specifico che nella storia della musica non aveva precedenti. La musica ha il potere di creare o distruggere un film. La combinazione nel tempo di dinamica, caratteri strumentali e timbrici, volumi, cellule ritmiche, forma, gesti e struttura della composizione, generano tutto il mondo musicale del brano che ascoltiamo e tutte le sue avventure, i suoi sviluppi, le sue tragedie, nemmeno stessimo celebrando una metafora della vita di ciascuno di noi. Il suono crea gli stati d’animo, ma in realtà siamo noi a percepirli come tali... Perché erano già in noi e lo sono da sempre. Ascoltando migliaia di film, mi sono accorta che l’Uomo è lo stesso in qualsiasi parte del mondo viva e muoia, soffra e gioisca, al di là dell'etnia, del sesso, del credo politico, della fede religiosa, del territorio e del contesto sociale. Per ampliare e rendere comprensibile profondamente il suo messaggio, il cinema ha avuto bisogno e ha scelto consapevolmente il linguaggio universale per eccellenza: la Musica.

Ascoltando un film lo si comprende davvero.












STRUTTURA DEL PROGETTO


PRIMO VOLUME: Introduzione, Cinema e Musica dei Paesi europei


SECONDO VOLUME; Il cinema e la musica dei Paesi anglofoni (USA, Gran Bretagna, Australia, Oceania, India)
Il cinema e la musica nel resto del mondo (Cina, Giappone, Korea, Paesi arabi, Africa, Israele, America Latina)




PRESENTAZIONI E CONFERENZE




Cannes, festival del Cinema : 11-18 Luglio 2022


...in diretta da Cannes, luogo simbolo del cinema internazionale.

Sono commossa ed emozionata per essere qui, una tappa importante per i "gemelli"...

Nel film "La leggenda del pianista sull'oceano" si dice che non si è finiti finché si ha una buona storia da raccontare: beh, i gemelli raccontano la storia dell'umanità attraverso il cinema, attraverso la musica, che qui è dimostrato perché sia considerato il linguaggio universale per eccellenza.

I gemelli vi prenderanno per mano e vi porteranno in ogni angolo del mondo, dove si sono incontrati i destini di interi popoli.

Come nel film "Cloud Atlas": da grembo a tomba, da tomba a grembo siamo tutti connessi.

Migliaia di pellicole, dalle origini della settima arte ai giorni nostri, provenienti da tutto il mondo, intonano un canto di pace.

La lista dei ringraziamenti è lunga, dai miei maestri al Conservatorio agli accademici ai registi per cui ho lavorato, al mio assistente, al mio editore, alla mia famiglia, e tutte le persone che in ogni dove nel mondo mi hanno consigliato di vedere e di sentire e mi hanno sostenuta con immenso affetto.

Il libro è ovunque, in qualsiasi libreria fisica e sul web.

Devo molto a cinema d'ascolto.

Come diceva Jodorowki in Poesia sin fin

Ho imparato ad amare

Ho imparato a creare

Ho imparato a vivere

Ogni cammino è il mio cammino.

Aprendo il mio cuore ascolto il pianto del mondo.





SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO

STAND 2, PLURIVERSUM EDIZIONI

CINEMA D'ASCOLTO intervista all'autrice al Salone del Libro, Torino 2021



EDITA FIERA - MILANO

CASCINA CUCCAGNA, MILANO

Via Cuccagna, 2 Milano

PRESENTAZIONE "CINEMA D'ASCOLTO" ALLA FIERA DELL'EDITORIA MILANO 2021







PLAYLIST VIDEO COMPLETA

https://youtube.com/playlist?list=PLbM2r8GigEmzEdr2cLpABszi4YZM5QyJw


SITO COMPLETO:

https://mariangelaungaro.wixsite.com/stardust-art-studios/cinemadascolto






martedì 26 ottobre 2021

CONFERENZA E FIERA A MILANO: CINEMA D'ASCOLTO



CINEMA D'ASCOLTO
e Mariangela Ungaro
vi aspettano per la presentazione
Venerdì 12.11 alle ore 18:00
c/o CASCINA CUCCAGNA
via Cuccagna, 2
Milano

Il 13 e 14 Novembre
Dalle 10.00 alle 20.00
Vi aspettiamo allo stand @pluriversumedizioni per vendita e firmacopie con dedica.

@edita_fiera #saggistica #musica #cinema #mondo

Per info sul progetto editoriale, presentazioni ed interviste qui:





sabato 11 febbraio 2017

IL CIELO SOPRA BERLINO

TRATTO DA "CINEMA D'ASCOLTO" di Mariangela Ungaro 









Il cielo sopra Berlino (Der Himmel über Berlin) è un film del 1987 diretto da Wim Wenders. Le poesie di Rainer Maria Rilke hanno parzialmente ispirato il film: Wenders ha dichiarato che gli angeli vivono nelle poesie di Rilke. Il regista ha chiesto la collaborazione di Peter Handke per scrivere molti dei dialoghi, e nel film ricorre spesso la poesia Lied vom Kindsein. Presentato in concorso al 40º Festival di Cannes, ha vinto il premio per la migliore regia. Ha avuto un sequel, Così lontano così vicino (1993), ed un remake statunitense, City of Angels - La città degli angeli (1998).
Musiche di Jürgen Knieper. I brevi titoli di coda hanno un accompagnamento affidato al violoncello con tutti i gestualismi tipici del genere musicale classico colto contemporaneo. Le scene che seguono non le indagherei tanto dal punto di visto musicale, tanto invece come “verbo”, comunicazione: la parola, i discorsi che si sovrappongono, le voci di tutti i personaggi che scorrono e si sentono senza soluzione di continuità ci danno una sensazione di apparente confusione, si tratta di un uso molto particolare della comunicazione verbale o non verbale (molte delle voci sono pensieri personali dei personaggi ripresi) quindi la musica che qui è un pedale sonoro fermo, non può davvero far altro che “tacere” nel suo suono fisso, corale, armonizzato con micro movimenti, come fosse una fascia sonora appena cangiante.
I due angeli possono solo guardare, osservare e testimoniare ciò che succede nel mondo: questo genera frustrazione soprattutto in uno dei due, Damiel, che vorrebbe invece vivere davvero. La musica che accompagna la scena è musicata con violoncello e quartetto d’archi molto cameristico, appena percepito, triste e mesto, con movimenti lenti a maglie larghe. Serve a conferire fissità e dramma, e dramma proprio per la sua fissità, come la condizione in cui sono i due angeli…solo guardare, non esperire e vivere.
Nella biblioteca sentiamo le fasce fisse con coro e voci soliste molto drammatiche, mentre i due angeli osservano gli astanti e ascoltano le loro voci mentre con la mente leggono e imparano dai libri. La musica conferisce solennità. 
Lo scrittore anziano invece è musicato col violino solista, una voce che sembra uscita da un film di campi di concentramento: un vecchio con voce spezzata, il suo racconto si lega ancora al profondo. Sta morendo.
In metropolitana uno degli angeli si avvicina ad un uomo completamente distrutto, abbandonato da tutti: l’angelo gli siede vicino, (l’arpa vibra su un glissando portatore di grande felicità), assolutamente non visto, e l’uomo percepisce un senso di pace, sa che ora, per qualche motivo a lui sconosciuto, potrà risollevarsi e farcela, se lo vuole davvero. Emblematico che proprio mentre l’uomo affranto decide il risveglio del suo cuore, si senta la canzoncina di un bimbo (probabilmente trattasi di musica in, dal momento che poco prima era stato ripreso un bambino sulle ginocchia del padre addormentato, magari è quel piccolo a canticchiare… “Se non ritornerete come bambini, non entrerete mai”, l’infanzia è a chiave della salvezza).
Mentre osserva un bimbo sul marciapiede, che non trova il coraggio di chiedere ai compagni di giocare, l’angelo Damiel viene attirato dalla musica suonata da una orchestrina da caffè francese con fisarmonica: il suono proviene da un circo. Sul trapezio, una ballerina con ali d’angelo. Si lamenta delle ali, degne di una vecchia gallina, e della musica: “Sembra di stare al ballo dei pompieri!” canzona lei i musicisti. Il circo si sta per chiudere, è fallito. La donna sente molto il dolore del fallimento.
Durante tutto il successivo soliloquio mentale della donna (di cui udiamo la voce, perché guardiamo e ascoltiamo come l’angelo presente, ma sappiamo che la donna sta parlando solo nella sua mente), la musica è un valzer straniato, andamento classico in tre col primo battito cadenzato e ritmicamente in evidenza; spicca una voce di donna solista con riverbero e sovrapposizione spesso asincronica, come fosse una coda d’eco, di voce maschile; armonia e melodia sembrano proprio fare due cose diverse, non c’è accordo tra le parti: nel soliloquio della donna si può percepire una certa schizofrenia di sentimenti contrastanti e poco chiari, eppure intrisi di vera poesia e autentica profondità. Solo dopo un’ora e più di film ho capito che si trattava di un pezzo di Nick Cave: la donna infatti è una sua fan e proprio al suo concerto lei incontrerà l’angelo ormai incarnato. E il pezzo è lo stesso, ma si vede la locandina, il cantante e l’esibizione live.
La scena successiva: l’angelo assiste gli ultimi momenti di un uomo morente. Mentre udiamo i rumori di scena, le macchine che passano incuranti sull’asfalto, l’uomo morente pensa alle futilità della vita, ricorda qualche caro, vorrebbe chiedere scusa…Poi le sue parole si fondono, si sincronizzano con quelle che l’angelo sta recitando per la sua anima. Si unisce la musica al violoncello, cui si aggiungono altri strumenti da ensemble da camera, quando l’angelo lascia il moribondo alle cure di un passante buon Samaritano.
La musica procede accompagnando le scene successive, quando incontriamo nuovamente il vecchio poeta, mentre il violino solista grida il suo dolore, con arpa (che vorrebbe imitare la cetra degli Aedi) in contrappunto saltuario: “Nessun è ancora riuscito a intonare un’epos di pace. Che cos’ha la pace per non entusiasmare a lungo, e che nemmeno si presta al racconto? Devo darmi per vinto? Se rinuncio, l’umanità perderà il suo cantore, e perderà l’infanzia”.
"Dove sono i miei eroi... i duri di comprendonio ... Chiama oh Musa colui che da angelo del racconto è diventato suonatore di organetto anonimo o deriso, alle soglie della terra di nessuno".
Al disagio esistenziale del vecchio scrittore, si contrappone il discorso pratico (e per certi versi attualissimo) dell’angelo Cassiel che ha notato un crearsi di monadi umane che non comunicano più. E’ accompagnato dal quartetto d’archi.
Riascoltiamo le fasce sonore fisse quando ci ritroviamo sul set di un film dedicato al nazismo. La musica cambia nel violoncello tematico, scuro e drammatico quando l’attore di punta riflette sulle sue miserie personali. Sembra che le fasce sonorizzino le scene di massa acritica, mentre le miserie private sono affidate al profondo violoncello, associato alla morte.
La musica che accompagna il giovane suicida è un motivetto stranamente vuoto e leggero, a-problematico per synth e voce femminile appena accennata, senza testo, solo la vocale A sussurrata. Il ragazzo sta per compiere il gesto estremo, mentre ragiona nella mente, i passanti gridano, ma lui è sereno. L’angelo lo accompagna, gli sta vicino ma non può interagire con lui, né fermarlo.
Torniamo a sentire la convulsa musica per archi con pizzicati ed altri gesti tratti dalla musica colta contemporanea, mentre vediamo le scene concitate della città di Berlino che ignora i deboli, in un turbine veloce e acritico di vite e di sopravvivenza.
Tutta la scena dello spettacolo circense della ballerina trapezista è accompagnato da musica in, che ricorda i film di 007, suonata dal vivo. Sax vellutati e seducenti imitano le movenze fluide della donna, mentre la batteria e il piatto sospeso accentuano la fine delle diverse figure, dando il cenno all’applauso da parte del pubblico. Ritroviamo la donna che canta un po’ brilla insieme ad un circense a voce viva una canzone, poi in un locale dove si sta esibendo Cave e la sua band, in un pezzo davvero triste, rock lentissimo, sound anni ’70.
L’angelo decide di vivere come un umano: le sue impronte si vedono, il mondo appare a colori e un accordo orchestrale leggero e maggiore illumina il volto dell’uomo ora.
L’uomo incontra finalmente la donna amata: lei gli parla come sincera poetessa, è profonda, primordiale. Lui annuisce. Sono Amore allo stato puro. Li accompagna il quartetto d’archi e le parti più enigmatiche e profonde sono affidate alla voce del violoncello, come se lo strumento ne potesse approfondire il senso.
L’ultima scena è affidata al vecchio scrittore, che ha ritrovato la forza: il mondo ha bisogno di lui e delle sue storie, ora più che mai. Parole intelleggibili, canti di donne, coro fisso e fasce di pedale immote sonorizzano i titoli di coda.